
tasca, aveva portato lui e la sua valigetta nera verso il limite più vicino dell'Interfaccia, depositandolo
senza dire una parola. Il ragaz-zo se ne era andato via col suo trabiccolo rumoroso, verso il margine non
lontano dell'Orange County, alla volta di altri passeggeri.
Tutto ciò era successo più di un'ora prima; quasi due ore, si accor-se Limmit guardando l'orologio. Nel
frattempo aveva passeggiato lentamente su e giù per tutta la lunghezza dell'Interfaccia, spinto dalla folla
che si accalcava sui marciapiedi. Dapprima era stato av-vicinato da dozzine di altri ragazzi, non
imbronciati come il primo, che gli offrirono in rapida successione una serie di pasticche, capsu-le e fiale di
liquidi a lui sconosciuti. Lui rifiutò, tenendo una mano in tasca sul rotolo di banconote e stringendo con
l'altra la valigetta, finché alla fine desistettero e lo lasciarono in pace.
Poi fu il turno delle prostitute. Sembrava che i volti vacui e gli occhi penetranti e innaturali dei loro
protettori volessero trapassarlo, mentre aspettavano che si avvicinasse come gli altri clienti o che
passasse oltre, lungo il marciapiede. Limmit li superò, con un senso di disagio che gli cresceva dentro.
Sono mutilate ,pensò, guardando-ne una di nascosto;ce ne deve essere almeno una metà a cui
manca qualcosa. Una gamba, un braccio, o entrambi, oppure qualcosa di più. Guardò con
affascinato ribrezzo una prostituta senza gambe che usciva dall'ingresso di uno degli edifici cadenti
allineati lungo la strada. Sotto lo sguardo attento di uno dei magnaccia più vecchi e meglio vestiti della
strada, cominciò a farsi largo tra la folla.
Cristo,pensò Limmit,cosa sta succedendo? Sono vittime di guerra o cos'altro? Ce ne sono
un'infinità. E c'era qualcosa di strano anche in quelle intatte: una specie di insondabile segno di affinità
con le so-relle mutilate.E la cosa ancora più strana ,pensò Limmit,è che quelle mutilate sembra che
facciano gli affari migliori.
Limmit riuscì a individuare mentalmente la gestalt dell'Interfaccia, e vide che per il resto consisteva di
innumerevoli porno-shop e di ci-nema a luci rosse: queste, a parte i magnaccia e gli spacciatori,
sem-bravano le principali attività economiche della strada. Vide inoltre gli ingressi degli edifici bui e isolati
dentro i quali le prostitute scom-parivano con i loro clienti; un unico chiosco di hamburger e tacos
oscenamente untuoso, sovrastato da un'insegna al neon che faceva lampeggiare incessantemente le parole
LA MERDA CALDA DI HARRY (è uno scherzo,suppose Limmit, anche se non voleva spe-rimentare
quanto fosse effettivamente perversa Los Angeles); e in-fine i maschi normali dell'Orange County, che
erano la maggioranza delle persone che costituivano la folla, nel rispetto della proporzione classica tra
erbivori e carnivori. La massa era punteggiata da pochi sparuti poliziotti in divisa che, per quello che
poteva vedere Limmit, non facevano altro che girare e stare a guardare. A entrambe le estre-mità della
strada non c'erano altro che auto sporche che scaricavano altri normali. La calca occupava tutta la
strada, e ci si poteva muove-re solo a piedi.
Soltanto un'altra cosa poteva dare un'idea completa dell'Interfac-cia, pensò Limmit guardandosi per un
momento gli stivali che si muovevano sullo strato di rifiuti che si stava lentamente accumulan-do sulla
strada. Sentì improvvisamente freddo, pensandoci. Era il cancello nero in ferro battuto, posto
direttamente al centro del lato nord della strada. Quando, appena arrivato, Limmit aveva chiesto dove
poteva trovare il dottor Adder, un vecchio gliel'aveva indicato.
Prima che il vecchio glielo mostrasse dalla strada, un giovane ro-busto con un vestito grigio li aveva
avvicinati e gli aveva lasciato un volantino preso da un pacco che teneva sotto il braccio. «Tenete» aveva
detto con voce irritata ma ostentatamente monotona. «Salva-tevi.»
«Vaffanculo» aveva ribattuto il vecchio ritraendo il braccio teso.
«Ma va' all'inferno» aveva borbottato il giovane, come se fosse arrivato a una decisione meditata.